Di seguito il Programma di mandato della Giunta regionale e il focus sul primo anno di lavoro

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Il mio intervento in aula il 26 gennaio 2015 durante la presentazione del programma di mandato e la presentazione della giunta regionale da parte del presidente Stefano Bonaccini

 

Intervento in aula di Gianni Bessi

 

OGGETTO 33

Illustrazione del Presidente della Regione del Programma di Governo e composizione della Giunta (art. 28, comma 2 e art. 44, comma 2 dello Statuto).

Grazie, presidente. Grazie a tutti i colleghi. Il metodo e il merito del programma presentato dal Presidente Stefano Bonaccini ci trova d’accordo, come è stato giustamente espresso in maniera lineare e chiara da parte del nostro Capogruppo. Io faccio esclusivamente riferimento ad alcuni aspetti del programma del Presidente, però vorrei sottolineare l’idea forte da parte di questo programma di questi cinque anni anche degli aspetti degli obiettivi dei primi cento giorni, del primo anno, anche per dare un senso a un metodo di lavoro che condivido, un metodo di lavoro che prevede il stare dove accadono le cose, che è quello che noi come politici dobbiamo cogliere le occasioni per definire e stare in mezzo a dove accadono le cose. La nostra è una regione globale che ha delle radici ben profonde su storie, su territori, su comunità, su un capitale umano che ci viene – è stato ricordato – invidiato da tanti. Parto dall’economia del mare, che credo che sia una delle suggestioni che nel programma è ben definita; è stata ricordata l’Euroregione Adriatica, sotto diversi punti di vista la Giunta guidata da Stefano Bonaccini ha già cominciato a realizzare, per quanto riguarda l’economia del mare, alcune politiche ed è un argomento su cui mi sento particolarmente coinvolto perché di alcune di queste materie mi sono occupato da amministratore pubblico e a livello professionale. Il mare è da sempre una delle vie più importanti di traffici; il nuovo governo dell’Emilia-Romagna intende rafforzare il ruolo della via Adriatico-Ionica, che è quella cerniera che ci permette di collegarci con i traffici europei, soprattutto l’area dell’Europa centrale, da Lubiana e dell’area baltica e infatti siamo protagonisti del corridoio Adriatico-Baltico e questo mette al centro il porto di Ravenna, il porto dell’Emilia-Romagna, come giustamente ha citato il Presidente. Ovviamente in questo caso l’infrastruttura principale, insieme a un’altra, che è l’E55, per formare quella piattaforma logistica che la Regione utilizza e vuole utilizzare nel pieno delle sue potenzialità per rendere sempre più internazionalizzata e globale questa nostra regione. Do alcuni dati: nel 2014 i primi undici mesi vedono il porto di Ravenna con un più 11 per cento circa ed essendo un porto prevalentemente di materie prima significa che stanno ripartendo l’arrivo delle materie prime, per esempio i prodotti metallurgici (più 11 per cento), sotto l’aspetto delle ecomode di agricoli (più 29 per cento) e dall’altra parte abbiamo una grande sfida, e anche qui il programma di Stefano Bonaccini lo sottolinea pienamente, cioè di approfondire e di rendere ancora più moderno e più connesso questa importante risorsa che è il porto dell’Emilia-Romagna. C’è un finanziamento già approvato dal CIP che sta andando nel suo corso di 50 milioni di euro più tutta una politica fatta dalle autorità locali con l’Autorità portuale per un finanziamento di 100 milioni ricevuto dalla BEI per la nuova piattaforma logistica e quindi rendere questo nodo centrale e pulsante per la nostra economia. Faccio una piccola digressione per essere nei tavoli che contano per poter portare le nostre istanze e il nostro ruolo centrale come Regione Emilia-Romagna: per esempio sui lavori portuali c’è da tenere il faro acceso e stare un attimo sul ddl concorrenza perché rivede un po’ il ruolo del lavoro portuale. Su questo sia a livello locale sia a livello regionale credo che ci sarà l’attenzione che merita. Un altro esempio legato all’economia del mare chiaramente è il polo produttivo offshore ad alta specializzazione ricordato dal Presidente. Le aziende che ne fanno parte producono circa 3 – 4 miliardi di euro di fatturato annuo e soprattutto manufatti ad elevato contenuto tecnologico che esportano in tutto il mondo e sono tra le eccellenze di questo paese. Basta prendere l’ultimo report della Fondazione Edison per vedere quali servizi avanzati queste aziende forniscono nel mondo. Tale distretto è uno dei tanti distretti di eccellenza della nostra regione; io cito questo perché lo conosco e perché sono di Ravenna, però altri legati alla meccanica, al packaging, l’elenco è lungo. Per quanto riguarda questo particolare settore che ogni tanto viene citato è strettamente legato alla terra e alla nostra regione perché la filiera che nasce è composta da tantissime aziende di sub-fornitura che toccano tante altre città, da quelle forlivesi a quelle della provincia di Modena e Piacenza. Vi invito tutti il 25 e il 27 marzo prossimo, perché ogni due anni Ravenna vede ospitata l’OMC (Offshore Mediterranean Conference), che è uno degli appuntamenti più prestigiosi del settore energetico a livello internazionale. Chi volesse venire me lo dico perché ci sono seicento espositori, gran parte italiani, perché siamo leader in questo settore, e quindi si fa un’idea di che cosa significa soprattutto lavorare ad altissimo livello con un capitale umano, ingegneri, geologi e tanti lavoratori che escono dai nostri importantissimi istituti tecnici, che sono un’eccellenza di questo paese e in particolare di questa regione. Lo scenario dell’economia del mare si completa, come sappiamo tutti, con i centri di ricerca internazionali collegati alle attività marine, alla pesca, quindi il nostro dna è dentro le reti relazionali perché la nostra regione è internazionalizzata dove la posizione, al centro dell’Europa e al centro del mondo, è nota a tutti. Un esempio che è stato citato da molti è il settore agroalimentare su cui la forza e la potenzialità sono note a tutti. L’agricoltura regionale si fonda su due pilastri: la qualità e l’organizzazione. Solo la qualità senza l’organizzazione, che sono le reti logistiche (capitale umano e le reti di imprese), non basta e non è più sufficiente. Su questi due valori dobbiamo proseguire lo sviluppo di un modello economico che ha dato tante soddisfazioni, capace di dialogare sia con i mercati internazionali sia a trattenere quote importanti di valore aggiunto sui nostri territori. Arriviamo alla nuova programmazione per lo sviluppo rurale dove dobbiamo rafforzare queste leve e il lavoro fatto è in questa direzione, e ha già risposto il Capogruppo Calvano su alcune sollecitazioni da parte dell’opposizione, però occorre anche evidenziare due aspetti. Di solito la regione Emilia-Romagna – è noto a tutti a livello europeo – è la prima regione a cui si prendono un po’ le misure di questo momento, che non è neanche un negoziato ma un lavoro di omogeneizzazione di tutti gli altri piani di sviluppo rurale. Dall’altra parte l’accordo nazionale, che è avvenuto dopo al piano di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna, ha portato alcune differenze, per esempio l’importante spostamento di alcune risorse fondamentali sullo sviluppo della banda larga. Nasce un normale e conseguente aggiornamento di questo piano; credo che, anche dal lavoro che ha iniziato l’assessore Caselli, tra febbraio e marzo avremo in Aula i vari passaggi, quindi sullo sviluppo rurale inclusivo e capace di valorizzare questo patrimonio e di sapere tradizioni e sedimenti della nostra comunità locale credo che non corriamo rischi. Per concludere, abbiamo sentito rigorose diagnosi, infauste prognosi e improbabili terapie e occorre definire un esempio classico, quello dell’agroalimentare, per esempio sull’internalizzazione. Il trattato tra l’Unione europea e gli Stati Uniti che si sta svolgendo riguarda, per quanto riguarda l’Italia, 3 miliardi 500 milioni di euro. In bocca al lupo al Presidente, alla sua squadra e buon lavoro a tutti.

Grazie.