di Gianni Bessi

Pubblicato su Corriere Imprese del 7 settembre 2015

 

Il piano che Versalis-Eni ha presentato a Mantova all’inizio di giugno ai sindacati prevede per la divisione chimica il pareggio dell’Ebit e del flusso cassa operativo nel 2016 e investimenti – come ha spiegato l’amministratore delegato Daniele Ferrari – per circa 1 miliardo e 200 milioni di euro nel periodo 2015-2018, concentrati soprattutto nel ‘quadrilatero padano’. Una buona notizia, perché la chimica può fare da volano per tutto il sistema industriale: è un’opportunità da cogliere per ridisegnare il ruolo di questo settore come uno degli elementi dello sviluppo per il Paese.

In questo senso, non va dimenticato che la chimica è un settore ad alto contenuto di ricerca e innovazione. Alcune cifre aiutano a comprendere meglio l’importanza di quest’ultimo punto: l’attività di Ricerca e Sviluppo nella chimica italiana è doppia (48 per cento) rispetto a quella dell’industria manifatturiera (23 per cento); ed è perfino superiore a quella sviluppata dal settore high tech (44 per cento). E questa attività di ricerca non è svolta solo dai grandi gruppi, ma anche da tante piccole e medie imprese.

In generale, la chimica è un settore che ha un impatto rilevante sulle economie territoriali, in particolare nel manifatturiero: in Italia il valore della produzione è di 54,3 miliardi, il 10 per cento della produzione totale europea (terzo produttore del continente).

Conosco la realtà ravennate, che ha un distretto chimico tra i più antichi d’Italia, nato attorno al Petrolchimico Eni e composto da 15 società, nazionali e internazionali. Imprese che producono miliardi di fatturato e danno lavoro a oltre 2.000 persone direttamente e a oltre 6mila con l’indotto. Un comparto all’avanguardia – che non a caso ha ottenuto la certificazione EMAS – con una solida esperienza di accordi volontari in campo ambientale che hanno favorito la collocazione in posizioni di eccellenza della chimica ravennate. A Ravenna si producono più di 200mila tonnellate all’anno di elastomeri, gomme sintetiche ad alto contenuto di tecnologia, vendute sul mercato internazionale, utilizzando come materia prima strategica il butadiene. E ogni giorno dagli stabilimenti escono prodotti che, direttamente o indirettamente, vengono utilizzati quotidianamente, come il vinavil.

L’investimento Versalis-Eni previsti per i prossimi anni sono volti a rinnovare e ampliare il portafoglio, sviluppando nuove linee di prodotto ad alto valore aggiunto. Particolarmente importante è puntare su tecnologie all’avanguardia: la nuova gamma prodotti sarà destinata a pneumatici con migliorate performance e a risparmio energetico, e prevederà anche l’utilizzo di oli da fonti rinnovabili.

Il Piano di Versalis-Eni è un segnale importante ma ritengo che – a tutti i livelli di governo – si debba imprimere un’accelerazione nei tempi previsti per gli investimenti, così da costruire una prospettiva di lungo periodo per il quadrilatero padano (Ravenna-Ferrara-Venezia-Mantova). Un piano che guarda a 2-3 anni è comunque soggetto ai mutamenti dei mercati, che possono essere – anzi sono – imprevedibili: va sfruttata la congiuntura favorevole perché il tempo è una componente fondamentale per il rilancio di un settore strategico come la chimica.

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