da Redazione

Latte e frutta nelle scuole. Per tornare a insegnare ai nostri figli che cos’è la dieta mediterranea, i suoi benefici, e come seguire una sana alimentazione.

bambina latteNe abbiamo parlato con Gianni Bessi, consigliere regionale del Pd, che sul progetto latte e frutta nelle scuole e sulla necessità di intercettare fondi dall’Unione europea, per non lasciarsi sfuggire l’occasione di un investimento culturale importante per la crescita dei nostri figli, ha presentato una risoluzione in Regione come primo firmatario.

“E’ una questione profondamente culturale – spiega Bessi -. Basta guardare alla storia della dieta mediterranea che fu scoperta non da un italiano ma dal biologo statunitense Ancel Keys: arrivato in Sud Italia al seguito delle truppe alleate si rese conto che tutti i Paesi del Mediterraneo avevano un modo simile di mangiare. Estese i suoi studi e dimostrò i benefici di questa dieta sulla longevità e sulla salute. La dieta prese il nome di di Mediterranea, nel 2010 è stata promossa patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco. Dobbiamo recuperare un patrimonio culturale che si sta perdendo, partendo dai più piccoli”. Per farlo serve un intervento non solo regionale ma anche nazionale.

Oggetto della risoluzione presentata da Bessi e firmata anche dai consiglieri Enrico Campedelli, Mirco Bagnari, Luciana Serri, Paolo Zoffoli, Giuseppe Paruolo, Ottavia Soncini, Lia Montalti, Nadia Rossi, Francesca Marchetti e Stefano Caliandro, infatti, è l’accordo di massima raggiunto dal Consiglio europeo sulla proposta di regolamento per la distribuzione di frutta e latte nelle scuole primarie, con una dotazione finanziaria complessiva a livello comunitario di 250 milioni di euro annui.

asilo mensa bambino frutta“L’accordo – spiega la risoluzione – conferma il ruolo strategico riconosciuto dalle istituzioni europee all’educazione alimentare per i più giovani e sancisce l’obbligo per gli Stati membri di destinare una quota del budget riservato ai programmi educativi a progetti di educazione alimentare per la fascia 6-10 anni, dando il via a un vero e proprio piano europeo di educazione alimentare”. E’ evidente, aggiunge Bessi, che questa sia un’occasione importante per l’Italia, spiegano, “per contribuire alla creazione di una cultura alimentare sana ed equilibrata a partire dai più piccoli, in perfetta continuità con il percorso tracciato da Expo 2015”.

La Regione, ricordano, grazie a una legge del 2002, “ha promosso consumi alimentari consapevoli e molte  iniziative rivolte alle scuole e ai cittadini come le Fattorie didattiche e le campagne a favore del cibo biologico, oltre ad aver avviato numerosi  programmi regionali investendo risorse finanziarie per oltre 1 milione all’anno”.

Peccato che nel 2014, ribadisce il testo della risoluzione, a causa del taglio dei trasferimenti statali, “l’Amministrazione regionale è riuscita a investire meno di 300 mila euro e nel 2015, a causa dell’assenza di risorse, non sono state programmate iniziative”. Per questo motivo Bessi e i consiglieri del Pd chiedono alla Giunta regionale di intervenire sul Governo non solo “per intercettare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni comunitarie” ma anche “per sensibilizzare l’Unione europea a destinare con maggiore determinazione risorse all’educazione alimentare quale strumento per la promozione di stili di vita sani”.