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Sono stato contento di aver partecipato alla Leopolda come relatore al tavolo 25 sull’energia – essere chiamato appaga sempre le nostre piccole o grandi vanità – per poter presentare le nostre proposte sull’area adriatica come palestra per il mix energetico di gas a km zero e rinnovabili.

Al di là della riflessione di retorica politica, non ricordo di aver mai visto dei governanti sedere per ore a tavoli di lavoro del tutto paritari con militanti e cittadini e in questo modo confondersi fino a diventare fisicamente una massa indistinguibile.

L’analisi geopolitica costringe tutti a rimettere al centro delle preoccupazioni un’Europa sempre più in crisi, con il rischio di uno scenario sempre più instabile e frammentato. La crisi profonda della nostra società produce un continuo arretramento economico e sociale della classe media.

Insistere sulla parola cambiamento, nel paese dei veti incrociati, produce il risultato che tutti sono d’accordo ma nessuno ti dà retta.

Ma credo che in questo contesto Matteo Renzi sia, se non l’unico, certamente uno dei principali interlocutori per un cambio di passo, per un rilancio non solo italiano ma europeo.
Ma dopo il 4 dicembre potrebbe venir catalogato come una ennesima cometa. E qua torna in modo preoccupante la retorica della personalizzazione. In realtà a richiedere e pretendere un cambio di passo dobbiamo essere tutti noi classe dirigente se classe dirigente siamo…

Infine sono soprattutto contento di aver partecipato alla Leopolda perché ho potuto stringere la mano, fare i miei complimenti e dichiarare la mia ammirazione a Lucia Annibali. Per me un esempio.