di Giancarlo Strocchia (https://www.aboutenergy.com/it_IT/topic/epoca-gas-naturale.shtml)

 

Secondo l’ultimo rapporto della Iea, la domanda di oro blu dovrebbe crescere al ritmo dell’1,6% annuo fino al 2022. Alla base di questa nuova affermazione il calo delle quotazioni, l’ampliamento delle riserve e una domanda mondiale in crescita, soprattutto grazie ai giganti asiatici Cina e India.

Sembra proprio che per il gas si prospetti un futuro luminoso. Questa la tendenza che emergerebbe da molte delle analisi di previsione svolte da importanti organizzazioni internazionali, tra cui la Iea, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, secondo la quale per i prossimi cinque anni si prevede una crescita del gas superiore a quella di petrolio e carbone soprattutto a causa di un calo delle quotazioni dell’oro blu, dell’estensione delle sue riserve e l’affermarsi del ruolo di “risorsa ponte‘ sulla via della transizione verso una maggiore affermazione delle energie rinnovabili. Secondo le previsioni dell’organizzazione parigina, fino al 2022 la domanda mondiale di gas crescerà dell’1,6% annuo. Si tratta di un valore in lieve revisione verso l’alto rispetto alla previsione dello scorso anno, che indicava un incremento dell’1,5%. Entro lo stesso anno il consumo annuale di gas arriverà a quasi 4 000 miliardi di metri cubi (bcm), rispetto ai 3.630 bcm circa del 2016. Il 90% della nuova domanda di gas dovrebbe arrivare dalle economie in via di sviluppo, guidate dalla Cina.

L’industria sarà capofila nei consumi

Sarà il settore dell’industria a trainare l’affermazione del gas, contando circa la metà della crescita globale del suo consumo. Un uso crescente del gas nel comparto chimico, la forte domanda di fertilizzanti in paesi come India e Indonesia e l’uso del gas in sostituzione del carbone in una serie di piccole applicazioni industriali, prevalentemente in Asia, porteranno la domanda del gas da parte dell’industria a crescere di circa il 3% annuo. A seguire, l’ambito dei trasporti, il cui consumo di gas dovrebbe raggiungere, entro il 2022, 140 bcm, rispetto ai 120 bcm del 2016. Anche per quanto riguarda la produzione di energia la domanda di gas continuerà ad aumentare, ma ad un tasso molto più contenuto: meno dell’1% annuo. In numerosi mercati maturi, il  rapido aumento nella produzione di energia da fonti rinnovabili, combinato con la modesta crescita della domanda di energia  elettrica, limita le possibilità della generazione termica. In molti mercati emergenti che si basano sul  gas importato, specialmente quelli che non disincentivano l’uso del carbone o privi di severe norme anti-inquinamento atmosferico, il gas si trova a fronteggiare una concorrenza molto forte da parte del carbone.

Più riforme e la nuova avanzata dell’Asia

L’utilizzo del gas risentirà inoltre delle politiche di riforma del settore messe in atto da diversi paesi, come Messico, Cina ed Egitto. Tali provvedimenti tendono a favorire una maggiore partecipazione dei privati nella gestione delle riserve, nei sistemi di trasporto, di commercializzazione, e nei progetti infrastrutturali. Se attuate in modo rigoroso, queste riforme possono portare a maggiori investimenti su tutta la catena di fornitura e rendere più sostenibili la domanda e la gestione delle riserve. Il gas si fa strada anche in Asia, grazie soprattutto alla disponibilità di ampie riserve e al prezzo competitivo. In questo contesto, la Cina spicca sugli altri paesi, visto che, da sola, assorbe il 40% della crescita della domanda globale. Dopo un periodo di rallentamento della crescita nel 2015-16, si prevede che la domanda di gas di Pechino possa aumentare dell’8,7% annuo sino al 2022 (340 bcm), sostenuta dalle iniziative politiche per il miglioramento della qualità atmosferica. Anche la produzione interna appare in forte aumento, con una previsione al 2022 che dovrebbe raggiungere i 200 bcm. L’India sarà l’altra grande protagonista della riscossa asiatica del gas. Oggi nel Paese il gas rappresenta solo il 5% della domanda di energia primaria e questo offre grandi possibilità di espansione ulteriore.

Spinta in avanti per USA, Medio Oriente e Africa

Il Medio Oriente sperimenterà un aumento relativamente forte dei consumi, con un valore di crescita atteso del 2,4% annuo, per un totale di circa 540 bcm, soddisfatti in larga misura dall’aumento della produzione interna. Il consumo in Africa crescerà ancora più rapidamente, attestandosi al 3,1% annuo, per un valore globale di oltre 150 bcm. Egitto, Algeria e Nigeria sono i principali paesi consumatori. In America latina, la crescita della domanda annuale di gas arriverà in media all’1,3%, mentre le prospettive sul consumo rimangono sostanzialmente invariate nella Federazione Russa, nell’Europea orientale e in Asia centrale. Negli USA, che sono già il maggiore produttore di gas al mondo, il passaggio dal carbone al gas nella produzione di energia, che ha costituito il principale stimolo alla domanda di gas nel recente passato, rallenterà in maniera significativa.  Si prevede che i prezzi del gas aumenteranno rispetto al valore medio di 2,5 dollari USA per milione di Btu (Henry Hub)  del 2016. Il maggiore aumento nel consumo di gas negli USA si deve al settore industriale, dove  la competitività continua ad essere favorita dal basso prezzo del gas. Situazione analoga si registra in Europa dove, dopo quattro anni di declino a partire dal 2010, nel 2016 la domanda europea di gas è in risalita, grazie sempre ai bassi prezzi e alla chiusura degli impianti a carbone. Si prevede però che non aumenti particolarmente sino al 2022. Secondo le previsioni stilate dalla Iea, inoltre, il limitato accesso ai mercati potrebbe invece ridurre le possibilità di crescita della produzione in Russia.

L’avanzata globale del GNL

Il volume e la diversità dei flussi commerciali di GNL stanno aumentando rapidamente con la comparsa di nuovi paesi esportatori e importatori. Ci si attende che la capacità di liquefazione cresca di 160 bcm nel  periodo sino al 2022. Inizialmente il primato spetterà all’Australia (30 bcm), ma il maggiore incremento della crescita  nell’intero periodo verrà messo a segno dagli Stati Uniti (90 bcm). Questa ulteriore capacità di GNL andrà ad aggiungersi a un mercato che sembra già ben fornito. In queste condizioni, con prezzi del GNL relativamente bassi, gli esportatori si stanno impegnando a fondo per aprire nuovi sbocchi di mercato. Un esito positivo di questi sforzi è la rapida crescita nel numero di paesi che importano GNL, passati dai 15 del 2005 agli odierni 39. Sempre più spazio acquisiranno inoltre, stando all’analisi della Iea, le esportazioni via gasdotti, che si prevedono in sostanziale crescita tra USA e Messico e in Europa dove, a causa del calo della produzione interna, si ricorrerà all’avvio di nuove rotte commerciali attese da tempo, con l’attivazione dei collegamenti tra Azerbaijan, Turchia e Europa. Atteso anche il varo della “Forza della Siberia‘, il gasdotto che unirà Russia e Cina.