Con 39 voti a favore e 5 contrari la Comagri ha confermato l’accordo finale sul pacchetto agricolo del Regolamento Omnibus. Con il pacchetto Omnibus, che prevede la revisione di medio-temine del Quadro finanziario pluriennale dell’Unione, la Commissione europea ha voluto sfruttare la possibilità di inserire modifiche su differenti politiche settoriali, rendendo tale regolamento quello che in Italia verrebbe visto a tutti gli effetti come un ‘decreto mille-proroghe’.

Dopo i vari passaggi parlamentari e un intenso ciclo negoziale, lo scorso 12 ottobre si è raggiunto l’accordo finale sul pacchetto agricolo del Regolamento di cui è stato relatore l’europarlamentare Paolo De Castro: semplificazione delle misure di greening, consolidamento   delle agevolazioni per i giovani agricoltori, nuovi parametri per la gestione dei rischi, rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera agro-alimentare, queste sono solo alcune delle importanti novità introdotte. La ricognizione delle criticità presenti nell’attuale regolamentazione e la consapevolezza che queste si sarebbero potute affrontare solo nella prossima legislatura, hanno infatti spinto il Parlamento europeo a proporre un intervento di revisione più vasto rispetto alla proposta della Commissione, e a sostenerlo utilizzando le prerogative offerte dalla procedura di co-decisione. Un risultato straordinario non solo sul piano dei contenuti ma anche sul piano politico dove ancora una volta, dopo la riforma del 2013, il Parlamento ha dato prova di essere un perno decisivo del processo di costruzione legislativa europea. Tuttavia, nonostante l’accordo, la sua entrata in vigore rischiava di slittare di diversi mesi a causa dei ritardi che si stanno accumulando nelle negoziazioni sulle altri parti del Pacchetto: così, con la ferma intenzione consentire agli agricoltori europei di sfruttare le nuove misure fin dall’inizio del nuovo anno, si è proceduto a uno scorporo della parte agricola dal resto del testo, rendendola di fatto un regolamento autonomo. Non è stata una procedura semplice, soprattutto a   causa dell’opposizione dei falchi della Commissione, ma permetterà di far entrare in vigore la nuova PAC nei tempi previsti, non appena saranno state completate le necessarie e residue fasi procedurali.

Veniamo ai principali temi dell’accordo.

Pur comprendendo le difficoltà amministrative incontrate negli Stati membri nell’applicazione della nuova disciplina, il Parlamento ha difeso il principio che ad essere beneficiari degli aiuti Pac debbano essere solo gli agricoltori professionali. È stato così mantenuto la definizione di agricoltore attivo, con la possibilità di deroghe specifiche strumentali a contenere il carico amministrativo degli SM.

Per quanto concerne i pagamenti diretti, il Parlamento ha fatto proposte con l’obiettivo di semplificare un carico di impegni troppo oneroso per i beneficiari degli aiuti e per le autorità nazionali con compiti di controllo e verifica. Si è anche intervenuti per razionalizzare un complesso apparato di impegni, mantenendo intatta la valenza ambientale e collettiva dei pagamenti diretti. Per quanto riguarda il greening, il Parlamento ha lavorato soprattutto sulla diversificazione delle colture e sulle aree di interesse ecologico. Sul primo tema sono state apportate semplificazioni rilevanti per le colture sommerse (riso), per le quali si allentano i limiti originariamente imposti. Inoltre, per tutti gli agricoltori che investono oltre il 75% della propria superficie agricola in leguminose e foraggere e per tutti coloro che lasciano a riposo oltre il 75% della loro superficie l’obbligo viene cancellato, indipendentemente dall’ampiezza dell’azienda. L’obbligo di stabilire aree di interesse ecologico viene eliminato per tutti coloro che lasciano a riposo oltre il 75% della loro superficie e viene valorizzato il ruolo ambientale delle colture azoto-fissatrici.

Il secondo obiettivo è stato quello di valorizzare il ruolo dei giovani agricoltori nei pagamenti diretti, dando nuovo vigore e intensità al cosiddetto pagamento giovani introdotto nel 2013, che seppure condivisibile nelle intenzioni, secondo il Parlamento restava ancora troppo timido negli effetti. Gli Stati membri potranno raddoppiare, dal 25 al 50% del pagamento di base, il valore del pagamento supplementare per i giovani agricoltori.

Si mantengono e rafforzano gli impegni sugli aiuti accoppiati, dando la possibilità agli agricoltori di incrementare i propri livelli produttivi e agli Stati Membri di rivedere annualmente i settori beneficiari, in chiave anti-ciclica.

L’intervento sugli strumenti per la gestione del rischio, che oggi appartengono al pilastro Pac dello sviluppo rurale, è stato un altro fatto importante: le misure adottate nella riforma del 2013 si sono rivelate insufficienti per promuovere l’accesso degli agricoltori a strumenti assicurativi, fondi di mutualità e al meccanismo di stabilizzazione del reddito (Income stabilization tool, Ist). La proposta della Commissione di creare un meccanismo di stabilizzazione del reddito per settori e di abbassare dal 30 al 20% la soglia di perdita di reddito prevista per accedervi era un buon punto di partenza. Il Parlamento è riuscito diminuire la soglia di perdita di produzione necessaria per l’attivazione di polizze assicurative del raccolto, dall’attuale 30% al 20%, alzando il contributo pubblico al premio dal 65 al 70%, introducendo la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite.

Sempre nell’ambito dello sviluppo rurale altre modifiche alla Pac hanno l’obiettivo di rafforzare gli effetti delle provvidenze per il primo insediamento dei giovani, la partecipazione ai regimi di qualità e gli investimenti effettuati dagli agricoltori nell’ambito dei piani di sviluppo rurale.

Per quanto riguarda le misure di mercato, lo sforzo è andato nella direzione di dare maggiore forza contrattuale alle formule organizzative degli agricoltori. Così Organizzazioni dei Produttori (Op) e Associazioni di Op (Aop) operanti nel settore lattiero caseario potranno avvalersi della contrattualizzazione scritta obbligatoria, e le misure del pacchetto latte vengono estese oltre il 2020 e diventano permanenti. Tali prerogative vengono inoltre estese a tutti i produttori e a tutte le Op e Aop. Queste formule organizzative vengono rafforzate dall’accordo e viene, in linea generale, consolidato il loro protagonismo all’interno delle relazioni contrattuali di filiera, derogando finalmente il settore agricolo dalle regole sulla concorrenza che riguardano la produzione, la vendita e la trasformazione dei prodotti agricoli, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno un trasferimento di proprietà del prodotto dagli agricoltori all’Op.

A questo link https://goo.gl/Lyc9U4 sono disponibili i quattro testi consolidati così come approvati nelle negoziazioni.