È Luca Sabattini (Partito Democratico) il presidente della Commissione speciale di ricerca e di studio sulle cooperative cosiddette spurie o fittizie insediatasi oggi in Assemblea legislativa. Lo affiancheranno nella messa a punto del programma e nella conduzione dei lavori due vicepresidenti: Gianni Bessi (Partito Democratico), indicato dalla maggioranza, e Giulia Gibertoni (Movimento 5 Stelle), voluta dalle opposizioni.

In merito al programma della Commissione, il presidente ha rimandato l’individuazione puntuale degli obiettivi, delle priorità, dell’agenda e dei tempi a un confronto corale con i due vicepresidenti e con i gruppi assembleari. Ampio spazio – ha assicurato – sarà accordato ad audizioni e incontri con stakeholders ed esperti del mondo del lavoro, della cooperazione, dell’impresa, del sindacato e dell’università. Inoltre, – ha ribadito il neopresidente – il focus sulle finte cooperative sarà trasversale rispetto ai vari settori produttivi: dalla lavorazione delle carni alla logistica, dall’agricoltura al turismo, dai servizi alla persona al facchinaggio. Questo – ha concluso – anche nell’ottica di tutelare la cooperazione sana, che tanta parte ha avuto e continua ad avere nello sviluppo del sistema socio-economico della nostra regione.

Il Movimento 5 Stelle ha criticato la scelta del Pd di non concedere la presidenza della Commissione ai 5 stelle, dato che ne erano i proponenti e in considerazione del profilo specialistico della stessa. Questa scelta, però, – hanno assicurato i pentastellati – non precluderà una collaborazione fattiva per approfondire il fenomeno della falsa cooperazione e arrivare a proposte legislative che abbiano portata non solo regionale ma anche nazionale. Infine, il M5s ha invitato il presidente, nell’ottica di massimizzare l’efficacia dei lavori, a promuovere una stretta collaborazione tra la Commissione speciale e la Consulta regionale per la legalità.

Sinistra Italiana ha rivendicato il ruolo avuto nella proposta di istituzione della Commissione speciale, evidenziando la necessità di concentrare lo studio e l’analisi sulla condizione generale del lavoro in Emilia-Romagna, in troppi comparti produttivi caratterizzato da criticità e irregolarità crescenti. L’obiettivo finale della Commissione – ha ribadito il gruppo assembleare – deve essere quello di predisporre proposte legislative finalizzate a migliorare le condizioni di lavoro e a tutelare la dignità dei lavoratori. Infine, in merito alle audizioni e agli incontri dei soggetti portatori di interessi, gli esponenti di Si hanno manifestato il proprio impegno affinché sia un’occasione reale per far emergere la realtà delle cooperative spurie che si nascondono fuori dall’alveo di quelle regolari e sane.

Dal Partito Democratico è venuto un invito a mantenere un approccio alla ricerca e allo studio del fenomeno delle cooperative finte senza scadere nell’accusa generalizzata al mondo della cooperazione, i cui vertici sono attualmente impegnati in uno sforzo per individuare e perseguire le irregolarità che si annidano anche fra i propri associati. L’equilibrio e il rigore, infatti, – hanno ribadito i Dem – sono essenziali per giungere a una proposta politica e legislativa chiara e fattiva, dato che se i lavori della Commissione non dovessero essere messi al riparo dagli strattoni della politica, si rischierebbe di non raggiungere l’obiettivo prefissato: la tutela del lavoro legale e della dignità dei lavoratori. Sotto il profilo operativo, il Pd ha proposto di focalizzare il lavoro di studio e ricerca sulle varie filiere produttive (agroalimentare, servizi alla persona, trasporti, logistica, facchinaggio, turismo, etc) più che su casi singoli (ad esempio la Castelfrigo).

L’Altra Emilia-Romagna ha sottolineato come il problema delle cooperative fittizie o sarà affrontato e possibilmente risolto grazie a questa Commissione, promossa dall’Assemblea legislativa della regione patria della cooperazione, o difficilmente sarà scalfito. La mission della Commissione, dunque, secondo il gruppo AltraER, deve essere “conoscere per agire”, nell’ottica di addivenire alla predisposizione di un progetto di legge di contrasto efficace alle finte cooperative da presentare a un convegno tecnico e in una conferenza nazionale. La Regione Emilia-Romagna – ha concluso AltraER – ha una grande responsabilità nel fare emergere e nel contrastare la cooperazione spuria per due motivi: l’inerzia finora registrata nei controlli, a partire da quelli della magistratura; il fatto che le false cooperative non aderiscono alle centrali cooperative proprio per non essere soggette a controlli.

La Lega Nord ha proposto di concentrare all’inizio dei lavori della Commissione le audizioni degli stakeholders e gli incontri con gli esperti, per passare in un secondo momento all’analisi dei dati e alla messa a punto delle proposte. Partire dall’individuazione del ‘lato oscuro’ del sistema cooperativo – hanno concluso i leghisti – è lo sforzo preliminare imprescindibile.

Per il gruppo Misto-Movimento Democratico e Progressista i risultati delle ricerche e degli studi dovranno essere immediatamente applicabili e applicati. Sarà fondamentale – ha sottolineato Mdp – la collaborazione anche con le Commissioni parlamentari che si occuperanno del fenomeno della falsa cooperazione. Quanto alla metodologia che la Commissione assembleare speciale dovrà adottare nella gestione dei lavori, il gruppo Mdp ha suggerito due pilastri regolatori: distanza della politica dagli interessi in gioco e dignità del lavoro e dei lavoratori.

In chiusura di dibattito il presidente della Commissione ha espresso apprezzamento per la disponibilità dei vari gruppi assembleari, a conclusione dei lavori istituzionali, ad assumersi la responsabilità di proposte legislative, segno che – ha affermato – la messa a fuoco del fenomeno delle finte cooperative non sarà un mero esercizio accademico.