Pubblicato su OttimstieRazionali.it il 5 novembre 2018

 

Metti un venerdì prima di andar a mangiar la pizza, 30 ragazzi a parlare di geopolitica. Il clima è ridanciano e sul “banco” si gioca creando colonne di penne a sfera, ma l’attenzione è alta e le osservazioni degli “allievi” – tutti in età universitaria – pungolati da Salvatore Santangelo, sono brillanti e profonde.

E’ il secondo anno di “Sottosopra”, una scuola di formazione su una disciplina cruciale quanto ignorata come, appunto, la geopolitica. Uno sforzo che viene da Ravenna, apprezzato anche da Francesco Nicodemo, che imperniandolo nella Festa nazionale del Partito democratico, l’ha promosso come buona prassi. Del resto, la risposta dei giovani, che alla fine del corso si recheranno a Strasburgo in visita al Parlamento europeo, è entusiasta.

A questo giro è lo scrittore e saggista aquilano, di formazione geografo, a rintuzzarli sui filoni principali del suo “Babel. Dai dazi di Trump alla guerra in Siria: ascesa e declino di un mondo globale”.

La carrellata di Santangelo è intensa e ammaliante con una globalizzazione descritta come il “luogo delle contraddizioni”: “Chi direbbe mai che quest’anno nelle classifiche di Forbes compaiono Bangladesh e Vietnam? Ma vi finiscono solo per l’economia prodotta dai milionari”, spiega l’autore del saggio edito da Castelvecchi. Velocemente la discussione indaga l’indice di Gini e la sua progressiva divaricazione, con gli 88 esseri umani più ricchi del mondo ad accumulare il patrimonio detenuto dai 2mld più poveri. Con il concretizzarsi sempre più netto della teoria di Steve Bannon, teorico dell’ascesa trumpiana e stipulatore del contratto di governo gialloverde: “Arricchire un po’ il ceto medio in Asia a scapito di quello in Occidente”. Perchè la globalizzazione è soprattutto una summa di flussi, che segna fra le varie rivoluzioni una vera e propria trasformazione antropologica: la razza umana diventa per la prima volta più urbana che rurale. Alla fine le domande sono così tante che Santangelo ha i compiti a casa.

Com’è giusto che sia, la paternità delle buone prassi vanno sottolineate: il corso nasce da un idea di Gianni Bessi, consigliere regionale Emilia-Romagna e appassionato di geopolitica, con il coordinamento organizzativo di Veronica Balbi, responsabile comunicazione del PD di Ravenna. Dopo una prima lezione tenuta dal semiologo Leonardo Sanna sul propagarsi globale delle “bolle” delle fake news, “Sottosopra” è proseguito con “L’intelligence al tempo dei social network” di Alberto Pagani. L’onorevole ravennate e capogruppo alla Camera in commissione Difesa ha scritto un prezioso libro-manuale sull’argomento e ne ha discusso coi ragazzi. Tutto ciò prima della quarta lezione, che tratterà anche di blockchain e social media, con una serata condotta da Filippo Onoranti. Un percorso che si chiuderà con un approfondimento a cura dello storico Andrea Baravelli, prima della visita a Strasburgo, dove il vicepresidente della Commissione agricoltura del parlamento europeo, Paolo De Castro, descriverà ai 30 allievi la lotta senza esclusione di colpi nella difesa del made in Italy in campo globale e delle strategie di concorrenza sleale contrastate dall’organismo Ue. Strumenti preziosi per la classe dirigente futura.

 

di Andrea Tarroni