Pubblicato su Start Magazine.it il 12 dicembre 2018

di Annarita Digiorgio

l Tap potrebbe anche essere rifornito con gas naturale russo. Parola di Tsipras. Fatti, commenti e scenari nell’articolo di Annarita Digiorgio

Arriverà gas russo con il Tap? Quello che prima era escluso, ora è una possibilità viste le parole di pochi giorni diEcco come e perché.

Tap era nato, o meglio pensato, per diversificare l’approvvigionamento del gas. Era la volontà in particolare dell’Unione europea per ridurre la dipendenza dalla Russia nella fornitura di gas naturale e andando così a rafforzare la sicurezza energetica, fare arrivare direttamente nel vecchio continente il gas di altri produttori dell’Asia Centrale come il Turkmenistan, l’Azerbaigian e il Kazakistan.

Ma l’esigenza di rendersi indipendenti dalla Russia (l’ultimo incidente dello scorso inverno ha fatto alzare i prezzi del 90 per cento con rischio blocco) riguarda soprattutto il nostro Paese, che dipende per il 92% dalle importazioni e sfrutta poco il suo potenziale energetico, mentre cresce sempre più la domanda di gas di cui oggi l’Italia è già il maggior consumatore in Europa.

CHE COSA HA DETTO TSIPRAS SU TAP E GAS RUSSO

Ma ora la mission del Tap sta cambiando. A dichiararlo è stato in veste ufficiale, il 7 dicembre, il primo ministro greco Alexis Tsipras dopo l’incontro con il presidente russo Vladimir Putin avvenuto a Mosca. “Il gasdotto Transadriatico (Tap) potrebbe anche essere rifornito con gas naturale russo, poiché esistono tutte le capacità tecniche per farlo. L’80 per cento del gasdotto Tap è pronto. Credo che abbiamo le condizioni tecniche necessarie affinché questo gasdotto includa il gas russo, e credo che ciò avvantaggerà l’economia europea e l’intera regione”. Il primo ministro greco ha aggiunto che Atene promuoverà questa posizione nelle future riunioni con i partner europei.

LO SCENARIO

Insomma gas russo attraverso Tap, l’esatto opposto del motivo per cui l’Europa l’aveva così fortemente voluto (il trattato italo-greco-albanese fu firmato a Baku nel 2013). Per ora infatti, secondo il Trattato, attraverso il Tap potrà transitare solo il gas prodotto dal giacimento azerbaigiano di Shah Deniz. Ma seppure Tsipras è stato il primo Capo di Stato ad essersi espresso così ufficialmente, non è stato l’unico a ipotizzarlo.

LE PAROLE DELL’ENI

Solo qualche settimana, proprio in Italia, il direttore Relazioni internazionali dell’Eni, Lapo Pistelli, in un’audizione informale alla commissione Affari esteri del Senato, ha lanciato il sasso: “Il Tap porterà gas prevalentemente azero ma che probabilmente non sarà esclusivo. Il gasdotto, vista la posizione, potrebbe essere anche una via di approdo per il gas russo”.

LA MAPPA GEOPOLITICA

In effetti ad analizzare la situazione geopolitica ed energetica mondiale gli indizi per questa direzione di marcia ci sono tutti. Dopo la decisione, presa dal presidente russo Vladimir Putin di bloccare la costruzione del gasdotto South Stream, Mosca è da tempo alla ricerca di nuove infrastrutture per trasportare sul mercato europeo quantità aggiuntive di gas.

LE SPINTE RUSSE

Fu il vice presidente della russa Gazprom, Aleksander Medvedev, durante la Conferenza europea del gas di gennaio 2018 a Vienna, a svelare l’intenzione della Russia di sviluppare nel tempo le quantità di gas da immettere sul mercato europeo, addirittura sino a 100 miliardi di metri cubi aggiuntivi. Per raggiungere questo obiettivo, però, non bastano i due gasdotti al momento in costruzione, ovvero il Nord Stream 2 (che porterà sino a 55 milioni di metri cubi di gas russo in Germania passando attraverso il Mar Baltico) e il Turkish Strema (che ne porta in Turchia altri 32 milioni da Mosca).

LE NOVITÀ IN BALLO

E così a pochi mesi arriva il soccorso di Tsipras, ed Eni, a fare da apripista alla possibilità di sfruttare per la condotta del gas russo proprio Tap. Ad oggi, come abbiamo detto, Tap è progettato per trasportare un massimo di 10 milioni di metri cubi di gas provenienti dal giacimento azero di Shah Deniz 2. In tal senso è già stato firmato un contratto per la durata di 25 anni. Ma la capacità del gasdotto è, in realtà, già oggi più alta della capacità di esportazione del solo gas pescato in Azerbaijan.

IL PROGETTO

Inoltre il progetto prevede, come annunciato fin dal principio dall’azienda, la possibilità di un raddoppio qualora fossero reperibili nuovi volumi di gas da immettere nella seconda condotta. Gazprom potrebbe quindi sfruttare questa possibilità garantendo volumi di gas al consorzio tali da riempire la seconda tubatura. Gas russo che, inevitabilmente, andrebbe a finire in Italia.

LE MIRE DI GAZPROM

Gazprom riuscirebbe così a neutralizzare i tentativi europei di smarcarsi sempre di più da Mosca per il proprio approvvigionamento energetico con il vantaggio, non secondario, di bypassare Paesi geopoliticamente instabili come l’Ucraina.

LE MOSSE DI PUTIN

È da tempo infatti che Putin cerca di disinnescare a Kiev l’arma dei gasdotti. A nord ci è riuscito con l’aiuto della Germania, costruendo il North Stream che congiunge direttamente la rete russa con quella tedesca passando sotto il Mar Baltico ed evitando altre ex repubbliche sovietiche come la Bielorussia e la Polonia. Ora manca la pipeline del mezzogiorno.

L’ANALISI DI BESSI

E come ha scritto di recente su Start Magazine Gianni Bessi, autore del libro “Gas naturale – L’Energia di domani” (Innovative Publishing): “Tap offre proprio alla Russia un modo per raggiungere i mercati dell’Europa occidentale in barba a tutti i veti UE senza dover spendere miliardi di dollari per costruire i propri gasdotti per connettere il Turk Stream ai principali hub del mercato come l’Italia o l’Austria”.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO

Difficilmente riuscirebbe a trovare questa mission completamente rinnovata per Tap (dalla diversificazione dell’Italia dal gas russo alla sua definitiva dipendenza) la contrarietà dei membri di governo più vicini alla Russia di Putin.