Il Consigliere regionale Gianni Bessi (PD) ha firmato una Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad avviare tempestivamente un confronto con le associazioni datoriali e sociali per richiedere al Governo ed al Parlamento, nell’ambito delle misure volte a rilanciare l’economia a seguito dell’emergenza Coronavirus, di introdurre nuove misure per la riqualificazione e il rilancio delle imprese, comprese quelle del comparto ricettivo, sotto forma di credito di imposta.

Dopo il coronavirus l’offerta ricettva dovrà cambiare, da qui parte la necessità di “nuovi investimenti per l’ammodernamento delle strutture presenti in Italia”.

Nuove misure per la riqualificazione e il rilancio delle imprese ricettive sotto forma di credito di imposta che possano raggiungere anche il massimale del 100 per cento delle spese sostenute. È la richiesta avanzata dai consiglieri del Partito democratico, con Marco Fabbri primo firmatario, in una risoluzione alla Regione sulla ripresa e il rilancio del settore turistico. “Il tema della riqualificazione delle strutture ricettive è già stato in parte affrontato dal governo”, scrivono i consiglieri, “in più l’assessorato al turismo dell’Emilia-Romagna ha destinato nella precedente legislatura 25 milioni di euro, per il biennio 2019-2020, per la ristrutturazione e la riqualificazione, tra contributi a fondo perduto e fondo regionale di controgaranzia”. I dem precisano nell’atto che dopo l’emergenza coronavirus l’offerta ricettiva dovrà cambiare, da qui parte la necessità di “nuovi investimenti per l’ammodernamento delle strutture vetuste presenti in Italia” (ad esempio, “attraverso sistemi automatizzati di check-in e check-out, interventi di purificazione e sistemi che sanifichino l’ambiente, di domotica, senza scordare l’adeguamento sismico ed energetico”).

Tra le misure previste a livello nazionale, i dem citano nell’atto “l’eco-sisma bonus per attività produttive sotto forma di credito di imposta dal 50 all’85 per cento della spesa, con una detrazione calcolata sul massimale di 136mila euro in dieci anni per unità immobiliare”. Nel caso degli alberghi, continuano, “l’unità individuata catastalmente è unica pertanto non si può, come invece si fa per i condomini, moltiplicare i 136mila euro per il numero di unità immobiliari”. In più la cessione del credito di imposta generato dall’eco-sisma bonus “è possibile solo tramite sconto in fattura o cessione nei confronti di forniture o imprese ma non a istituiti bancari”.

I consiglieri chiedono quindi che la nuova misura sotto forma di credito di imposta per strutture ricettive possa anche “superare il limite di spesa per unità immobiliare o essere parametrata al numero di unità ricettive” e che sia possibile “una più immediata forma di cessione del credito ai fornitori o agli stessi istituti bancari”.

 

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