Il Consigliere regionale Gianni Bessi ha presentato una Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad intervenire per differire l’entrata in vigore delle nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in “default”.

“La Giunta coinvolga la Conferenza Stato-Regioni, il governo e il Comitato europeo delle Regioni. Dal 1° gennaio si potrà essere segnalati alla Centrale rischi per pochi euro. In Emilia-Romagna, oltre il 50% delle 450 mila imprese opera con liquidità a breve con il sistema bancario”

La Regione si attivi subito in Conferenza Stato-Regioni e con il governo italiano, ed eventualmente anche nei confronti del Comitato europeo delle Regioni, “affinché siano adottate tutte le tempestive e opportune iniziative volte a far modificare o posticipare l’entrata in vigore delle nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in ‘default’”.

Lo scrive il consigliere del Partito democratico, Gianni Bessi, in una risoluzione che impegna la Giunta regionale a intervenire per evitare i danni – a imprese e cittadini – che potrebbero essere provocati dall’applicazione del Regolamento Ue 575/2013 sul cosiddetto “scoperto bancario”. Bessi allega alla risoluzione anche le comunicazioni già inviate all’assessore allo Sviluppo Economico, Vincenzo Colla, e al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri oltre alla risposta data alla sua interrogazione regionale (a Colla, lo scorso 24 novembre).

La nuova disciplina, sottolinea Bessi nell’atto di indirizzo, nei confronti di privati e imprese “si applicherà per esposizioni bancarie superiori ai 100euro e superiori all’1% del totale dell’esposizione; per le imprese la nuova disciplina si applica per esposizione bancarie superiori ai 500euro e superiori all’1% del totale dell’esposizione; dal 1° gennaio 2021 sarà fondamentale, pertanto, onorare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente e rispettare il piano di rimborso dei propri debiti non trascurando anche importi di modesta entità, al fine di evitare la classificazione a default, che rileva anche ai fini della segnalazione in Centrale Rischi di Banca d’Italia; inoltre, dal 1° gennaio non potranno essere utilizzati margini attivi dell’impresa, disponibili su altre linee di credito, per compensare gli arretrati in essere ed evitare di classificare l’impresa come inadempiente”.

Secondo Bessi, molte imprese “con queste nuove regole più rigide potrebbero improvvisamente ritrovarsi in una condizione di forte difficoltà”. Un problema in più in questo periodo di grave crisi. Oltre il 50% delle 450 mila imprese registrate sul territorio opera con il sistema di liquidità a breve con il sistema bancario, circostanza che con la nuova suddetta disciplina e alla luce del lockdown pone queste imprese, nel nuovo scenario economico, a rischio”. Con la Legge n. 1 del 2020, la Regione, continua il consigliere Pd, ha garantito liquidità alle aziende che avevano accusato un calo dei ricavi, aiutandole ad affrontare la fase critica e agevolando la ripresa dopo il lockdown.

Nemmeno i cittadini sono esenti da questa novità. Bessi, infatti, evidenzia che “dal 1° gennaio le nuove regole prevedono che sia considerata automaticamente in default la persona in arretrato da oltre 90 giorni con un importo in rosso di appena oltre 100 euro e se, contemporaneamente, questo ‘scoperto’ sia superiore all’1% del credito totale concesso dalla banca al cliente, qualora non abbia un fido bancario già attivo”.

Non va poi dimenticato anche l’allarme lanciato dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, per il quale “bisogna correggere queste norme perché altrimenti dal primo gennaio questa eccessiva rigidità di norme pre-pandemia costringerà le banche a stringere i cordoni della borsa”. A Patuelli, Bessi affianca anche le dichiarazioni dell’assessore Colla che, in una lettera al ministro Gualtieri, aveva sostenuto come la nuova regolamentazione avrebbe potuto fare da “moltiplicatore di ulteriori tensioni e difficoltà per famiglie e imprese”. E’, quindi, necessario, affermava Colla, che il governo intervenga “affinché l’Europa ammorbidisca le nuove regole sul credito”.

 

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