Pubblicato su Formiche.it il 9 Agosto 2021

di Gianni Bessi – Verde e blu

Godiamoci il medagliere, ma attenzione a non esagerare, perché gli stessi dati ci possono sollevare fino al cielo e poi precipitarci giù fino al centro della terra. Il contributo di Gianni Bessi

Il successo della spedizione italiana alle Olimpiadi di Tokyo è sicuramente un dato. Ma come tutti i dati deve essere soggetto a interpretazione, non per minimizzarlo ma per inquadrarlo nel giusto contesto. Appoggiandomi alla lezione di Hans Rosling, e lungi dal voler deprimere i tifosi in festa, mi azzardo ad affermare che i dati dicono tanto ma non dicono tutto.

Senza l’intenzione di sminuire o dissacrare la portata dell’impresa, dopo l’unità ritrovata dietro le vittorie ci si è di nuovo divisi sui meriti, ripetendo schemi antichi alla Coppi-Bartali: così siamo riusciti a discutere anche se conquistare medaglie olimpiche sia di destra o di sinistra, se il merito vada attribuito al governo Draghi o a quello precedente. Un po’ come quando si parla di inflazione o di debito pubblico…

Mi interessa invece riportare un ragionamento ispirato dall’osservazione di un collega guardone sportivo che ho annotato nel mio taccuino. E voi potete aiutarmi a capire se la mia logica funziona.

Il primo dato segnalato dallo scrupoloso amico e soggetto, come si diceva all’inizio, di interpretazione, è la posizione raggiunta nel medagliere olimpico dall’Italia, cioè il decimo posto. Ci credereste? Nelle ultime edizioni solo a Barcellona 92 facemmo peggio di così. Un altro dato, che riguarda il numero delle medaglie: il celebrato record è in realtà risultato che condividiamo con moltissimi altri Paesi e determinato dal fatto che in questa edizione c’erano ben 33 gare in più della precedente, il che significa 99 medaglie in più a disposizione (e in alcuni sport come la boxe non si fa la finalina per il terzo posto ma si assegnano 2 bronzi).

Una morale? Godiamoci il medagliere, ma attenzione a non esagerare, perché gli stessi dati ci possono sollevare fino al cielo e poi precipitarci giù fino al centro della terra. Letti in un certo modo possono confermare e in un altro smentire. Attenti ai numeri, perché come ha detto Gregg Easterbrook, se li torturi confesseranno ogni cosa.

Su una cosa però non possiamo avere dubbi: gridare forza Giappone. Perché ne ha davvero bisogno.