Articolo pubblicato su Formiche.net

Il piano che Versalis (Eni) ha presentato a Mantova all’inizio di giugno ai sindacati prevede per la società chimica il pareggio dell’Ebit e del flusso cassa operativo nel 2016 e investimenti – come ha spiegato l’amministratore delegato Daniele Ferrari – per oltre 1 miliardo di euro nel periodo 2015-2018, concentrati soprattutto nel ‘quadrilatero padano’ (Ferrara-Mantova-Ravenna-Venezia).

Una buona notizia, perché  la chimica può fare da volano per tutto il sistema industriale: è un’opportunità da cogliere per ridisegnare il ruolo di questo settore come uno degli elementi dello sviluppo per il Paese.

In questo senso, non va dimenticato che la chimica è un settore ad alto contenuto di ricerca e innovazione. Alcune cifre aiutano a comprendere meglio l’importanza di quest’ultimo punto: l’attività di Ricerca e Sviluppo nella chimica italiana è doppia (48 per cento) rispetto a quella dell’industria manifatturiera (23 per cento); ed è perfino superiore a quella sviluppata dal settore high tech (44 per cento). E questa attività di ricerca non è svolta solo dai grandi gruppi, ma anche da tante piccole e medie imprese.

In generale, la chimica è un settore che ha un impatto rilevante sulle economie territoriali, in particolare nel manifatturiero: in Italia il valore della produzione è di 54,3 miliardi, il 10 per cento della produzione totale europea (terzo produttore del continente).

Come consigliere regionale dell’Emilia-Romagna lo posso testimoniare forte di un punto di vista privilegiato: conosco la realtà ravennate, che ha un distretto chimico tra i più antichi d’Italia, nato attorno al Petrolchimico Eni e composto da 15 società, nazionali e internazionali. Fra cui, oltre all’Eni, Cabot, Mapei, Yara, Polynt. Imprese che producono miliardi di fatturato e danno lavoro a oltre 2mila persone direttamente e a oltre 6mila con l’indotto. Un comparto all’avanguardia – che non a caso ha ottenuto la certificazione EMAS – con una solida esperienza di accordi volontari in campo ambientale che hanno favorito la collocazione in posizioni di eccellenza della chimica ravennate. A Ravenna, Versalis produce più di 200mila tonnellate all’anno di elastomeri, gomme sintetiche ad alto contenuto di tecnologia vendute sul mercato internazionale, utilizzando come materia prima strategica il butadiene, anch’esso prodotto in loco. E ogni giorno dagli altri stabilimenti escono prodotti che, direttamente o indirettamente, vengono utilizzati nella vita quotidiana, come il vinavil.

Gli investimenti Versalis (Eni) previsti per i prossimi anni sono volti a rinnovare e ampliare il portafoglio, sviluppando nuove linee di prodotto ad alto valore aggiunto. Particolare importante è puntare su tecnologie all’avanguardia: la nuova gamma prodotti sarà destinata a pneumatici con migliorate performance e a risparmio energetico, e prevederà anche l’utilizzo di oli da fonti rinnovabili.

Il Piano di Versalis (Eni) è un segnale importante ma ritengo che – a tutti i livelli di governo – si debba imprimere un’accelerazione nei tempi previsti per gli investimenti, così da costruire una prospettiva di lungo periodo per il quadrilatero padano. Un piano che guarda a 2-3 anni è comunque soggetto ai mutamenti dei mercati, che possono essere imprevedibili: va sfruttata la congiuntura favorevole perché il tempo è una componente fondamentale per il rilancio di un settorestrategico come la chimica.