di Gianni Bessi 

Pubblicato si Il Messaggero il15 aprile 2016

 

Qualsiasi risultato si verificherà con il referendum del 17 aprile, ciò che è importante è capire in che direzione dovrà puntare la strategia energetica del Paese. Guardando avanti, uno dei temi più urgenti – come ha sottolineato Romano Prodi sulle pagine de Il Messaggero di domenica 3 aprile – è come organizzare la transizione dalle risorse fossili a quelle rinnovabili, che è un obiettivo irrinunciabile visto che è un obiettivo dell’Unione europea.

Questo perché, è bene ripeterlo ancora una volta, in Italia non ci sono due partiti, uno pro e uno contro l’energia pulita, ma opinioni diverse su come e in che tempi ci dovremo emancipare dalla dipendenza dagli idrocarburi. E soprattutto con che risorse. È tema fondamentale, per non cullarsi in aspettative irrealistiche: come un pieno utilizzo delle rinnovabili a partire dal giorno successivo al blocco dell’attività di estrazione.
IL PROCESSOUn processo come questo richiede tempo, come ha evidenziato Prodi, e risorse ingenti, programmazione, investimenti. In merito agli investimenti ritengo che la soluzione più efficace sia quella di seguire l’esempio di Paesi che sono all’avanguardia nel campo dell’energia rinnovabile. Come la Norvegia, che ha puntato decisamente sulle rinnovabili e finanzia la ricerca anche con la Statoil, cioè la compagnia di estrazione di petrolio controllata al 67 per cento dal Governo, che oltre a incrementare l’attività di estrazione di idrocarburi a mare con 56 nuove concessioni, punta sui progetti di sviluppo delle rinnovabili.
Finanzierà un fondo di investimento di 200 milioni di dollari nei prossimi 7 anni per sostenere la ricerca e realizzerà «Batwind», un’innovativa batteria al litio per l’accumulo di energia «pulita» – con la capacità di 30  megawatt, circa come 2 milioni di Iphone – che verrà installata nel campo eolico galleggiante Hywind pilot park, in Scozia. La mia proposta è di fare come fa la Norvegia, finanziando la ricerca sulle rinnovabili per arrivare al loro pieno utilizzo usando l’estrazione di gas naturale come “cassaforte”.
IL FUTUROIl futuro va costruito con una «transizione ragionevole», senza appesantire le tasche dei cittadini e difendendo l’occupazione. Programmare la chiusura di un settore, come quello dell’Oil and Gas che nel ravennate dà lavoro a migliaia di persone senza preoccuparsi di riconvertire imprese e occupati non ha senso. Ogni aspetto del cammino verso le energie pulite va calibrato: Romano Prodi dice che il futuro dipende da una batteria, perché lo sviluppo, soprattutto nella periferia del mondo, si crea non solo producendo energia pulita ma soprattutto trovando il modo di accumularla in modo efficiente e a basso costo.

 

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