Qualche informazione e riflessione sul tema energetico raccolta sul fronte orientale…

 

Nel Mar Nero si lavora senza sosta nel posare il tubo di un gasdotto…dalla Russia verso dove? La via sud per bypassare l’Ucraina avanza. C’è chi dice 50, chi 80 di km di tubo già posato. L’incontro tra Putin e Ordogan ha definito il Turkish Stream. Un tubo che si innesta al territorio della Turchia europea. Quindi è il Turkish Stream che avanza? Il nuovo presidente Bulgaro Roman Radev – la cui elezione ha fatto gongolare Putin – appena insediato il primo dossier preso in mano è il collegamento al gasdotto che passa sotto il mar Nero. E il presidente ha detto subito ‘Da’, lo voglio. C’è però da superare il parere favorevole della commissione europea per scongiurare la posizione dominante di Gazprom. Si sta lavorando per trovare una soluzione. Sembra che si stia progettando una piattaforma al largo delle acque territoriali bulgare che poi farebbe innestare un tubo verso la Bulgaria a quel punto non ci dovrebbero essere più problemi alle norme sulla concorrenza – visto che nascerebbe una nuova società che gestirà la nuova ramificazione – per poi risalire verso i Balcani fino alla industrializzata Serbia. Quindi è il South Stream? O è sempre il Turkish Stream con una ‘pista’ bulgara? Non importa Il nome. Il lavoro sta procedendo nel Mar Nero ed ad un certo punto si biforca con una traccia verso la Bulgaria, l’altra traccia verso la Turchia europea. Qualche buona notizia potrebbe toccare anche l’Italia da questi laboriosi gasdotti. Si pensa anche ad un secondo tubo da affiancare al primo in corso. E qui potrebbe venir fuori la compensazione per Saipem sul mancato South Stream. Il negoziato sta provvedendo, e le richieste da quasi un miliardo si stanno riducendo. Alcune fonti vedono bene una transizione in parte in denaro, in parte in lavoro. E il secondo tubo nel Mar Nero farebbe parte del ‘pacchetto’. Attenzione a tergiversare perché i concorrenti a partire da Allseas non stanno ad aspettare ed intensificano le relazioni con Gazprom.

Il tema della posa del primo e secondo tubo sotto il Mar Nero è molto interessante per l’analisi geopolitica.

Superare l’Ucraina e stoppare l’isolamento con l’UE è un obiettivo che convenga ai russi? Si punto e a capo. In più con il coinvolgimento di due paesi che aderiscono tra altro alla NATO.

Il gioco è certamente questo e la posta in palio e’ la posizione dominante (a mezzo di un solido cordone ombelicale) nel mercato del gas europeo. Un cordone ombelicare che diventerebbe doppio con il raddoppio del gasdotto North Stream dalla Russia alla Germania. Ancora più bisognoso di gas il mercato energetico europeo, visto la prospettiva della riduzione dell’uso del carbone per produzione elettrica che si legge nell’accordo di Parigi COP21. Il carbone – primo nemico verso la transizione energetica –  è una risorsa ancora ben radicata nella produzione elettrica nell’UE (vedi Germania o Polonia). Con tutti questi gasdotti il gas USA a questo punto rischia di essere fuori mercato in Europa. E la nuova amministrazione di ‘The Donald’ che farà?