di Gianni Bessi

Pubblicato da Ottimisti&Razionali  il 1 Agosto 2018

 

L’energia è uno degli elementi strategici per lo sviluppo di ogni economia mondiale. Da sempre l’Italia nel settore energetico ha avuto una forte reputazione internazionale ed è innegabile il potenziale che il nostro Paese possiede – soprattutto per la sua posizione geografica – , all’interno delle dinamiche che muovono il mondo dell’“oro azzurro”: il gas naturale. 

La maggior parte delle risorse è situata nel Mar Adriatico, luogo che sembra essere privilegiato per il futuro energetico italiano. L’Adriatico ha tutte le carte in regola per diventare la base operativa dove testare il nostro nuovo corso energetico ed iniziare così il processo di transizione verso il mix gas naturale – rinnovabili.  

Ad analizzare tutto ciò, attraverso ricordi d’infanzia ed approfondimenti socio-economici, è Gianni Bessi con il suo libro: “Gas Naturale – l’energia di domani”, edito da Innovative Publishing. 

L’autore evidenzia come l’Emilia-Romagna sia la seconda regione italiana per la produzione di idrocarburi con decine di piattaforme e centinaia di pozzi produttivi offshore. Inoltre, ci tiene a precisare come sia infondata la dicotomia negativa tra turismo ed attività di estrazione del gas naturale.  

 

Il libro nasce da tre esperienze che hanno toccato l’autore negli ultimi anni. La prima è stata il Referendum del 2016 sull’abolizione delle concessioni per estrarre il gas naturale a meno di 12 miglia dalla costa. 

Il secondo stimolo, a distanza di circa un anno, viene dalla partecipazione all’Offshore Mediterranean Conference (OMC 2017), che ha portato a Ravenna i Ministri dei Paesi produttori di risorse e gli Amministratori Delegati dei colossi energetici mondiali per parlare di energia e di come sarà il suo futuro.

L’ultima suggestione che contribuisce a sostenere l’impalcatura del libro è arrivata dalla cronaca, l’incidente alla stazione di metano di Baumgarten, in Austria. Uno dei principali hub energetici dell’Europa centrale, che gestisce 40 miliardi di metri cubi di gas naturale, tra i quali ci sono anche quelli che l’Italia importa dalla Russia.

Grazie a questi tre elementi, l’autore evidenzia come sia proprio il gas naturale a dover guidare la transizione energetica verso un’economia sempre più low-carbon. Il perché è semplice, e di natura geopolitica: è davvero estraibile a km zero visto che nel nostro Paese abbiamo numerosi giacimenti da poter sfruttare, iniziando proprio da quelli dell’Adriatico. Inoltre, questa soft transition grazie al mix gas naturale – rinnovabili, ci permetterebbe di non svenare il nostro settore dell’oil&gas, compartimento importante e che dà occupazione a molte persone. 

Per fare tutto ciò, “…è necessario incentivare concretamente la ricerca, sostenendo direttamente le persone che la dovranno compiere aiutandole a formarsi, sfruttare le nostre risorse di gas naturale a chilometro zero e concepire un progetto di transizione energetica che si poggi su due pilastri, quello del gas naturale e quello delle rinnovabili”. 

È solo un libro dei sogni? Tutti i libri lo sono, o almeno lo dovrebbero essere. Quello che è sicuro, è che il gas naturale sarà per molti anni un asset centrale per la nostra “dieta energetica”, in attesa del boom delle rinnovabili e di una exit strategy dalle fonti fossili ben programmata.