Pubblicato da Redazione ilfoglio.it del 7 agosto 2018

Caro Salvini, l’Eni all’estero si aiuta da sola. Aiutiamola a casa nostra

Milano Marittima sabato sera, la folla è delle grandi occasioni e non si è radunata per una delle serate cool nel viale dello struscio, ma alla festa della Lega Romagna. Tutti i vertici del partito, tutti i militanti romagnoli presenti. Matteo Salvini arriva in bicicletta, a Milano Marittima è di casa, lo si incontra al Papeete beach o al Villa Papeete. Tra i tanti cavalli di battaglia (“aiutiamoli a casa loro” o “prima gli italiani”), spunta un passaggio preciso e tagliente sui possibili scenari geopolitici energetici. Salvini avverte i francesi che vogliono scalzare l’Eni in Libia o in altri paesi con l’ammiraglia Total. E dice che difenderà le migliaia di lavoratori dell’Eni nei paesi del mondo minacciati dai galletti transalpini. Ma siamo in provincia di Ravenna, distretto dell’industria del gas dove storicamente convivono industria energetica e turistica, visti i dati delle presenze e delle bandiere blu delle spiagge.

Il passaggio su Eni viene captato dal consigliere regionale del Pd Gianni Bessi, che ha contrastato la campagna No Triv in occasione del referendum sulle trivellazioni in mare, e scrive su Twitter: “Se vuoi essere sovranista al 100 per cento, caro @matteosalvinimi devi permettere l’uso del gas naturale italiano. L’Adriatico può raddoppiare produzione e occupazione. Il gas metano ti dà una mano”. Preso dai selfie non ha avuto tempo di rispondere, ma viene da chiedersi cosa sia il sovranismo energetico per il “Capitano”. Occuparsi oltre confine di un’azienda che riesce a perforare ed estrarre nelle zone più difficili del pianeta da sola o aiutarla a farlo a 200-300 km da Roma dove ha incontrato o incontra difficoltà, dalla Romagna alla Basilicata, per via di opposizioni locali sui quali gli alleati grillini non perdono occasione di fare campagna elettorale? Aiutiamoci a casa nostra.