Pubblicato su Start Magazine.it dell’11 marzo 2018

di Gianni Bessi

Seconda puntata del taccuino DI Gianni Bessi per Start Magazine su come si sta preparando la Russia ai due grandi eventi che la vedranno protagonista quest’anno: le elezioni presidenziali e i mondiali di calcio

La soluzione del cruciverba, cinque lettere ‘uno’ verticale è ovviamente Putin: non ci voleva la mente enigmistica d’un Bartezzaghi per scrivere la definizione. Un Vladimir Putin che, per offrire un barlume di novità, si presenta alle elezioni da indipendente “Per una Russia forte” facendo un bagno di folla di 130mila persone allo stadio Luzhniki di Mosca e non da leader di “Russia unita”, il partito da lui creato. I suoi rivali? Sono sette. (Come i nani di Biancaneve…).

Non è un caso che House of gas si stia interessando di elezioni russe. Il suo impegno principale è quello di seguire cosa sta attorno – ma anche sotto e sopra – la costruzione delle pipeline che dal permafrost siberiano si diramano verso ovest e verso sud: insomma, con una battuta, ha seguito i tubi per non rischiare di non capirci un tubo. E i tubi questa volta non portano solo gas naturale ma anche un mare di schede, quelle che decideranno il, nome del prossimo presidente russo. O della grande ‘Madre Russia’, come qualcuno ama chiamarla.

Vi sono elezioni estere che in Italia vengono seguite con passione critica e con partecipazione: quelle Usa tanto per fare un esempio, col Paese che si è diviso fra Trump e Clinton manco fossero Coppi e Bartali. Della Russia invece si occupano in pochi: eppure l’esito non ci è indifferente, non foss’altro perché proprio da lì arriva la maggior parte del gas con cui facciamo funzionare le centrali elettriche o ci scaldiamo l’acqua per la pasta.

Comunque, il 18 marzo le porte del Cremlino si dovrebbero spalancare per il quarto mandato di Putin, che ha già vinto le elezioni nel 2000 e nel 2004, mentre nel 2008 preferì fare un momentaneo passo indietro lasciando la presidenza al suo delfino Dmitry Medvedev. Un passaggio che, per rifarsi alla grande tradizione russa negli scacchi, fu chiamato ‘l’arrocco’, per poi tornare nelle elezioni del 2012. Ovviamente da vincitore.

Forse vale la pena chiedersi il perché di una così solida longevità politica: Putin il 12 settembre ha superato la longevità di Breznev e gli mancano pochi anni per superare il record di potere di Stalin e diventare a sua volta il ‘piccolo padre’ della ‘Madre Russia’. Al suo fianco ci sarà ancora il filosofo Aleksandr Dugin? L’ideologo conservatore che ha sancito la decadenza dell’Europa, preda di quelle ideologie liberal politicamente corrette a cui si sta contrapponendo sia la Russia che Trump. Forse Dugin non è un novello Rasputin, come qualcuno l’ha chiamato, ma il gemello barbuto dello stratega di Trump – ora caduto in disgrazia – Steve Bannon? Un aiuto al nuovo zar viene dal sistema elettorale perché il mandato presidenziale è stato allungato a sei anni: non ci sono tentennamenti sul fatto che Vladimir arriverà al 2024 da presidente. Accontentiamoci quindi di capire come il 18 marzo sarà incoro…pardon eletto Vladimir Vladimirovic Putin.

Il sistema russo ricorda quello in vigore in Francia. Nel senso che se al termine dello spoglio delle schede nessuno dei candidati in lizza dovesse raggiungere la maggioranza assoluta, allora si dovrà procedere a un secondo turno. Di cui probabilmente non ci sarà bisogno. Sarà lui a sedersi in tribuna d’onore (vedi atto I) per assistere al calcio di inizio dei mondiali di calcio. Che sono la mossa di una sensibilità mediatica che è sempre attenta a mantenere la ribalta. Putin in questi anni, al di là dei giudizi politici e morali, ha mostrato di possedere una visione geopolitica lungimirante, come anche un’efficace capacità di intervento sull’economia e sull’organizzazione dello Stato. Seguendo una politica economica pragmatica, che ha nell’export energetico l’asset principale, ma con l’obiettivo dell’aumento progressivo del reddito del ceto medio. Come le decisioni di una maggior interazione tra le aziende statali e le piccole e medie imprese e misure adeguate per il ritorno dei capitali nella giurisdizione Russa proposte da Putin ai 60 uomini d’affari, capi di aziende pubbliche e private, banche e organizzazioni pubbliche che hanno preso parte all’incontro annuale attorno al tavolone della sala reale del Cremlino.