Pubblicato su Starmagazine.it il 2 febbraio 2019
L’articolo di Filippo Onoranti
Che sia stato sferrato un colpo basso all’industria del paese non ferma né intimorisce l’esercito dei caschi gialli. L’obiettivo è chiaro e la rotta tracciata. Con l’elmetto da lavoro si fronteggerà fino a Roma il sopruso, anche in difesa di coloro che ancora non hanno compreso quanto danno ne deriverà per ognuno di noi. Da osservatore ed appassionato di fenomeni sociali l’impegno nel vedere il bicchiere mezzo pieno è necessario. E una nota positiva che ci può consolare è che non tutti i social vengono per nuocere.
Un uso virtuoso è quello al quale abbiamo assistito in queste settimane, quando le piattaforme che solitamente si prestano alla diffusione di meme vuoti (e spesso falsi) hanno assunto le vesti di una rete di comunicazione coordinata ed efficace per diffondere un messaggio di interesse pubblico e rilevanza nazionale. I caschi gialli si organizzano in seguito ad una adunata suonata proprio da questa stessa testata. Esistevano infatti già, anche se con altri nomi.
Lo testimoniano i contenitori socialmediatici di riferimento: i lavoratori invisibili dell’oil&gas e per il lavoro, ai quali si approda risalendo il flusso di hashtag come oil&gas, energia, lavoro, ambiente. All’apparenze semplici pagine tra le migliaia che affollano le nostre bacheche, ma che appaiono quasi un quartier generale dell’azione dei caschi gialli, o comunque ne catalizzano il coordinamento. Se a caratterizzare le organizzazioni effimere è infatti una certa fluidità, le tecnologie di comunicazione di massa hanno in questa occasione dato voce pubblica a migliaia di silenziosi professionisti. È così che in maniera informale, decentralizzata e spontanea le iniziative personali si sono incontrate, riconosciute ed hanno acquisito un peso specifico irraggiungibile per i singoli individui. In particolare le domande e le accuse al settore energetico vengono affrontate collettivamente, da una comunità che dispone di una grande sapienza pratica e di eccezionali maestranze e tuttavia carente di risonanza sulla scena pubblica. In un’epoca dalla quale è escluso il lusso dell’Aventino, i media assumono il ruolo di impersonali tribuni della plebe.
È importante notare che non è stato un evento unico o isolato, e che l’urgenza della questione energetica aveva già attivato questa rete sociale di lavoratori ed imprenditori (come testimoniato anche dagli albi digitali pubblici) e la loro azione aveva avuto un ruolo di primo piano nella crisi della premiership di Renzi. La prima risposta del governo – autore del cataclisma energetico per mezzo del cosiddetto Decreto Semplificazioni – è stata dapprima una semplice negazione della realtà, per passare poi al contrattacco snocciolando fandonie di sorta con strumentalizzioni dell’ideologia ambientalista. Quella parte del teatrino è nota e non merita ulteriore spazio. Rileva invece il tipo di risposte che – proprio dai social – si accumulano per arginare l’emorragia di menzogne.
In particolare queste pagine hanno raccolto tutte le informazioni, scientifiche, fondate, concrete – semplicemente vere alla prova dei fatti – in materia normativa e dalla quale il provvedidmento di governo emerge come un’infondata manovra in stile “mille proroghe”, utile solo a raggranellare consensi. Allo stesso modo la scossa (tellurica) alla faccenda è diventata occasione per mostrare l’assenza di qualsivoglia relazione con le ricerche tramite airgun; mentre per fomentare gli strilloni del no facile si gridava a scandali ambientali si è ribadito, proprio in chiave ecologica, il valore indiscutibile del gas naturale in un mix energetico sostenibile. L
‘impegno è stato molto, ma non ancora sufficiente data l’approvazione proprio questa settimana del Decreto Semplificazioni. Anche a questa sciagura era stata presa, in anticipo, contromisura; infatti il 9 febbraio, vestendo con orgoglio il casco giallo, i lavoratori faranno il loro debutto istituzionale a Roma per ricordare al governo (tra i più demagogici ed antiscientifici del dopoguerra) che non si vive di sola energia, ma senza è dura…